Fabio Cozzi recensisce 1958. Una storia dell’età atomica di Stefano Trucco sul blog di Sul romanzo.
Qui.
Di seguito un estratto.
[…] Il Paese vive questa vera e propria metamorfosi “fisica” con una differenza fondamentale: il ventennio fascista non è mai esistito. Quella farsa della marcia su Roma è stata veramente trattata come meritava: da farsa. È bastato un presidio militare fatto come si deve, tre giorni di pioggia intensa e il deciso rifiuto del Re di accettare le condizioni di quel pagliaccio di Mussolini, il quale «aveva risolto il problema di come mettere insieme il pranzo con la cena buttandosi in politica». Vista la malparata il Duce fallito diventò una specie di viveur del jet-set, una sorta di Casanova, finendo poi ammazzato nel 1932 in circostanze misteriose all’hotel Adlon di Berlino. E adesso, grazie a vicende boccaccesche che hanno visto protagonisti alcuni sui aderenti, l’epiteto di fascista in Italia viene usato per indicare qualcosa che dovrebbe essere agli antipodi del machismo italico; tanto agli antipodi da far dire a Petrolini in una canzonetta per la radio: «Qual è il modo giusto di usare un manganello? Non lo so, ma di certo non è quello!»
Trucco ha l’abilità di mischiare le carte della storia in un turbinio infinito di citazioni della cultura pop: da Fratelli d’Italia di Arbasino alle prime pubblicità televisive, da Walter Chiari ai film del boom economico (ad esempio, Il sorpasso di cui sarà poi protagonista lo stesso Andrea nella parte che fu di Jean-Luis Trintignant).
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