Giorgia Sbuelz recensisce That’s (im)possible di Cristò (collana Ottantamila) su CHRONICALibri.
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Di seguito un estratto della recensione.
[…] Il punto di partenza è quello classico del ritrovamento di un manoscritto, ma non un manoscritto comune: trattasi del soggetto per un documentario che passa in rassegna opinioni, mosse e riflessioni di chi è rimasto incastrato nella dinamica di un gioco che ha per pedine il tempo, l’assoluto e l’infinito.
La mente del piano è Bruno Marinetti, figlio del sindacalista Enrico Marinetti, un uomo che in vita amava urlare le sue idee da un palco di bandiere rosse e che morì da solo in un ospedale. Proprio il figlio del sindacalista mette in piedi una lotteria internazionale, una potente macchina che produce denaro: il congegno perfettamente collaudato per l’imperfetto mondo in cui viviamo.
E il pubblico impazzisce; i giornali titolano: “That’s (im)possibile is (in)credible”.
Il produttore Carlo Vanni, amico d’infanzia di Bruno, pensa che l’ideatore abbia qualcosa da dimostrare, ma abbandona qualunque ipotesi di ragione cullandosi nella prospettiva di una montagna di soldi… perché si sa, i soldi semplificano qualsiasi cosa e catalizzano ogni attenzione.
Ancora una volta le scelte editoriali di Intermezzi portano una ventata di fresco nel panorama narrativo odierno. Cristò gioca con la trama e i suoi personaggi. Interseca i punti sugli assi cartesiani di concetti filosofici e matematici, spinge in alto la parabola dell’ossessione umana per il tempo e per il potere temporale; lo fa con destrezza e un ritmo teatrale, lo fa nello spazio contenuto di ottantamila caratteri, il numero vincente di questa collana.
Cristò sovverte gli schemi narrativi, li smembra e li ricompone nel lasso di tempo che gli è consentito, che è quello giusto per parlare di numeri, religione e ideologie senza disturbare cattedratici o lettori. Giusto come il rapporto aureo che sottende ciò che definiamo coincidenza, o come l’incontro delle parti nell’estrazione del numero di una lotteria.
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