Bob Accio recensisce Al buio di Carlotta Borasio e Andrea Malabaila su InYourEyesEzine.
Qui.
Di seguito un estratto.
[…] Analizzando il testo del book digitale di Malabaila/Borasio, appunto anch’esso scritto su due fronti, la versione di lui e la versione di lei, con l’artificio di far vagare le penne sul foglio all’insaputa dell’una e dell’altro autore, la cui creazione sottende ad un fattaccio di cronaca studiato da entrambi a tavolino, accaduto durante una sagra di paese ove i due personaggi erano in visita di piacere, ebbene, posso affermare che l’esperimento mi è piaciuto molto, scrivere al buio, questo è pure il titolo azzeccato del racconto, mica male come trovata, no?, ha reso più intrigante la premessa, quindi, ascoltare le voci dei personaggi, qui novelli coniugi, nella contingenza e sviluppo della storia, reca un acceso interessamento per la personalità e il carattere dei due. Essi si definiscono interiormente attraverso il loro rivangare le esperienze passate e presenti in forma di soliloquio; vi è un tumulto a cascata di congetture che si riversano su di noi lettori e che ci fanno entrare letteralmente nella testa dei personaggi, usando abilmente un pizzico di seduzione narrativa ed anche tratti affettuosamente divertenti, ove lì si originano contrasti di opinione, ricordi, strategie, ansie, preoccupazioni, battutine pungenti, osservazioni, sogni, delusioni, paragoni, piccole bugie, segreti, il tutto nella situazione progressiva della festa, spesso tradendo il pensato con l’azione a venire a seconda della convenienza improvvisa con la quale vengono gestite le circostanze che si susseguono a catena. Il tentativo naturale di sciogliere nodi, affrontare situazioni, dibattersi tra problematiche pregresse, ristabilendo umori ed equilibri nell’immediato corrente, migliorandone il futuro, porta ad un fatto ancor più importante, la chiarificazione di se stessi in rapporto al mondo e all’altro, ciò tramite un impasto sofferto che introduce le incertezze che si vanno formando strada facendo. Forse questo resta il punto più interessante del racconto, la finale resa dei conti che affiora dal travaglio interiore, complice certo il fattaccio di cronaca che agisce da catalizzatore.
Accattivante è anche la sensibilità di contrasto che emerge dal confronto narrativo di un uomo e di una donna, tesi a ritrovarsi nelle reciproche differenze, ad instaurare un dialogo continuo che suggelli la loro unione di coppia, e l’unione col proprio io, nel difficile compito di amare per quello che si è.
La short story contiene tutti gli ingredienti per una buona lettura, dato confermato dalla stretta presa nella morsa del racconto, che appassiona! Anzi, direi così appassionante che sembrerebbe che i due scrittori abbiano comunque letto reciprocamente i rispettivi testi, sì, dato una bella sbirciatina, tanta è l’armonia resa a fine lettura, nonostante l’artificio di estraneità adoperato, dichiarato in avvio.
La mia supposizione è ovviamente solo una prova che il soggettivismo genera fantasia e la fantasia è il requisito principale per scrivere belle pagine come quelle di “Al buio”.
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