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That’s (im)possible su Sul romanzo

Francesco Borrasso recensisce That’s (im)possible di Cristò per la sua rubrica La bellezza nascosta pubblicata sul sito Sul romanzo.
Qui.

Di seguito un estratto della recensione.

That's (im)possible![] Cristò costruisce un puzzle sotto gli occhi del lettore, che pagina dopo pagina prova a ricostruire una storia assurda, folle e proprio per questo quanto mai vera. Lo stile dello scrittore è semplice, immediato; le testimonianze degli svariati protagonisti di questo testo corale, sembrano delle interviste fatte da un giornalista al banco di un bar, nella più assoluta informalità.

Ogni voce ha la sua peculiare personalità, la sua riconoscibilità; ogni personaggio che si alterna in questo caleidoscopio di voci ha il proprio timbro, e tutto questo dona all’intera opera un sapore di autenticità.

«Immaginate di essere una scienziata che viene improvvisamente subissata di richieste per avere i risultati di un esperimento che lei non può fare, un esperimento che non ha alcun senso. Ripetevo che non c’è alcun modo di prevedere il risultato di un’estrazione casuale di un numero, che sarebbe magia e che, soprattutto, non c’entra nulla col movimento dei pianeti. Ripetevo che i pianeti e le costellazioni hanno un’influenza sulle maree e sul comportamento umano, animale e vegetale, ma non sui numeri della lotteria. Provavo anche a spiegare che se avessi potuto prevedere il numero l’avrei già giocato da un pezzo. Ma non c’era nulla da fare. Tutti volevano solo il numero.»

In ogni pagina troviamo gli interrogativi delle persone convolte nel gioco, alcuni sbalorditi, altri eccitati, altri stanchi, e insieme si chiedono come sia possibile che tutti gli individui siano così ossessionati da una cosa di cui è palesemente impossibile venire a capo.

A un certo momento, all’interno di questa opera di Cristò, il mondo inizia a sbiadire e l’unica realtà possibile resta il gioco e le sue regole e il suo simbolo utopico.

«Come previsto la lotteria ebbe un grandissimo successo e tutti i passaggi che mi ero immaginato, anzi, che avevo programmato, si susseguirono anche più velocemente di quello che avrei mai pensato. Fu sufficiente fare in modo che a Cart TV rimanesse il montaggio dei rulli pubblicitari.

Sofia aveva prodotto numeri a sufficienza per quasi due anni di estrazioni. La lasciai riposare per un po’. Ricominciammo a passare i pomeriggi come facevamo prima. Lei stesa sul letto e io seduto accanto. Le raccontavo quello che sarebbe successo, come la lotteria avrebbe cambiato tutto. Le dicevo che la sua sofferenza era necessaria. Lei, naturalmente, sembrava non ascoltare.

Quando That’s fu trasmessa per la prima volta negli Stati Uniti avevo ancora numeri per sette mesi. Temevo che la pausa avesse interrotto la magia.»

L’uomo, per sua natura, ha bisogno di credere in qualcosa che gli mostri che la vita, che l’intera esistenza non consista solamente nelle cose visibili e tangibili che lo rendono schiavo della quotidianità; e proprio per questo tende a restare aggrappato a qualcosa di fatiscente: la religione, il gioco d’azzardo, movimenti pieni di adrenalina, e varie nevrosi che vengono fuori dalla distanza tra quello che l’uomo vorrebbe essere e ciò che invece è realmente.
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