Luca Terlizzi recensisce L’uomo che non esiste di Gianluca Mercadante (collana Ottantamila) su Storie per un piccolo pianeta.
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Di seguito un estratto.
[…] Come sarebbe un mondo in cui tu semplicemente non esisti? Gianluca Mercadante non è stato certo il primo a chiederselo: dal Mattia Pascal di Pirandello al Jason Taverner di Philip K. Dick, passando per il George Bailey di Frank Capra, quello della sparizione dell’ego è un tema molto caro ai narratori di ogni epoca. Ma ecco, quello che arricchisce questa storia, quello che differenzia questo tuffo in una realtà alternativa, in un mondo parallelo, dai tanti che l’hanno preceduto è la sua semplicità, la sua umanità, la sua immediatezza. Non assume toni epici, drammatici o filosofici. Forse, a differenza di buona parte dei suoi simili, non ha nemmeno una morale. È una vicenda quotidiana di un uomo qualsiasi, una commedia ironica, che ruota attorno ai problemi della vita di uno di noi. Non ci sono eroi, così come non ci sono villains. È in fondo la storia di una possibilità, di un what if, è la storia di una storia. Ed è una storia bella da leggere, piena di una sua onestà intellettuale, che invece di ‘telefonare al pubblico’ come farebbe Steven Spielberg lo prende per mano, lo guarda negli occhi e lo porta in un sogno strano, distorto, che, come tutti i sogni, svanisce pian piano nel giorno che avanza.
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